Il primo film che proponiamo è
PRANZO DI FERRAGOSTO del regista Gianni Di Gregorio, opera di debutto che ha il
merito di sdoganare la vecchiaia.
La trama si riferisce a Giovanni,
figlio unico, vive a Roma con la madre vedova, una donna sola dalla forte
personalità. Il giorno prima di Ferragosto, l'amministratore del condominio gli
propone di prendersi cura della sua vecchia mamma per i due giorni di vacanza
in cambio dell’eliminazione di alcuni debiti. Giovanni, pur riluttante,
accetta, ma l'amministratore ne approfitta per lasciargli in custodia anche una
zia; approfitta di lui anche un amico medico che gli affida la madre anziana
perché impegnato in ospedale.
L'opera procede con simpatia giocando i
contrasti sulla reazione agli inaspettati eventi che travolgono l'unico uomo di
casa. Assecondare capricci ed esigenze delle arzille, e tutt'altro che docili,
inquiline si rivelerà impresa alquanto ardua. Fa un certo effetto vedere sul
grande schermo le rughe, solitamente nascoste il più possibile, esibite invece
con naturalezza e ironia.
Il secondo film sarà un
brevissimo cortometraggio di passaggio per il seguente film dai connotati più
ludici. Da FRAMMENTI DI VITE CLANDESTINE di Silvano Agosti, un film di cinque
minuti, ma fra i più alti e pregni di senso del regista, sembrerebbe a prima
vista un documentario ma la sua natura sfugge a ogni categoria. Il film ci
mostra alcune donne giunte alla fase estrema della vecchiaia, intente a cantare
vecchie canzoncine o recitare filastrocche infantili. La macchina da presa è
immobile, come ho detto, su primi piani, ma pur nella sua vicinanza appunto
partecipe, ancora tace, lascia parlare i volti su cui è puntata, si limita a dar
voce ai giorni, esiliati dalla vita, degli estremi stadi di questo meraviglioso passaggio dell’età umana. Questo
film è più teso alla partecipazione riflessiva rispetto al precedente, sfugge
alla neutralità e quasi prende per mano il fruitore portandolo ad una
riflessione su di se e la vita trascorsa.
Nessun commento:
Posta un commento